Ginnaste da urlo: quarte al mondoFerrari a mezzo servizio,
prodezze delle altre.
Macrì: "Siamo amiche vere"
ILARIA LECCARDI
STOCCARDA
Un risultato storico. Nessuno nella ginnastica italiana aveva mai fatto meglio. Le ragazze impegnate nella finale a squadre del Mondiale di Stoccarda hanno conquistato il 4° posto (175.450 punti), dietro a Usa (184.400), Cina (183.450) e Romania (178.100). Un risultato ancor più importante se si considera che Vanessa Ferrari, campionessa mondiale uscente, dolorante a un piede, è stata utilizzata solo a mezzo servizio. «Siamo un gruppo di amiche, cresciute insieme - ha commentato Federica Macrì -. Questo è il nostro segreto. Vanessa sa che alle sue spalle c’è una squadra competitiva che può sostenerla in ogni momento».
Splendide ginnaste, consapevoli della loro forza: Monica Bergamelli, compagna della Ferrari alla Brixia Brescia, è la più «anziana» con i suoi 23 anni. Poi le triestine Francesca Benolli e Federica Macrì. La prima, neo-maggiorenne, oro europeo al volteggio nel 2005, recuperata dopo un infortunio al ginocchio. La seconda, 17 anni, ha chiuso 14ª il concorso generale degli ultimi Europei di Amsterdam. Quindi Lia Parolari, 17 anni, fisico e grazia da ballerina, tornata alle gare dopo un infortunio e Silvia Zanolo, la più alta, ma anche la più giovane con appena 15 anni. Infine Vanessa Ferrari, che sarà in pedana domani per difendere il titolo iridato.
Che questa squadra avesse i numeri per stupire lo aveva già dimostrato lo scorso anno a Volos, vincendo il titolo europeo davanti a Romania e Russia. «La nostra - ha commentato il tecnico Enrico Casella - è una squadra solida che sbaglia raramente, con atlete che non si accontentano, ma vogliono sempre dare il meglio».
La chiave della finale a squadre è la precisione. Su ogni attrezzo salgono tre ginnaste e non si scarta il punteggio più basso. Basta un’incertezza per compromettere la gara. Lo sa bene la Russia, in lotta per il bronzo fino all’ultima rotazione, e scivolata in fondo alla classifica quando Ekatarina Kramarenko è inciampata durante la rincorsa del volteggio senza riuscire a eseguire il salto. Zero punti e Russia fuori dai giochi.
Le azzurre, invece, non si sono fatte sorprendere. La loro prova è iniziata alla trave, l'attrezzo più ostico, largo appena dieci centimetri. Basta un niente e si è per terra. Ad aprire le danze la capitana, Monica Bergamelli. Dopo il suo esercizio senza incertezze (14.525) tutti hanno capito che con le azzurre non c’era da scherzare. Quindi il corpo libero, dove la potenza delle spinte si sposa all’armonia dei movimenti. Non basta stupire con difficoltà al limite dell’impossibile, bisogna saper anche stregare. Zanolo, Macrì e Parolari non sbagliano, accompagnate dall’incitamento di una Ferrari ai bordi della pedana in veste di tifosa e consigliera. La campionessa bresciana sale in pedana subito dopo, al volteggio. Il suo salto Yurchenko con due avvitamenti vale 15.100, poco più di quello di Francesca Benolli (15.050). Per tre rotazioni l’Italia mantiene saldo il quinto posto. All’ultimo attrezzo, le parallele, ecco l’unico errore azzurro. Ed è proprio Vanessa Ferrari a commetterlo, perdendo la presa dopo il primo salto del suo esercizio. Ma l’Italia non retrocede, anzi. Complice l’errore della Russia, scala una posizione ed entra nella storia.